Nasce nel 1948 a Foggia. Ha appreso i primi insegnamenti dell'arte pittorica dal padre affreschista decoratore, ha frequentato il Liceo Artistico ed i corsi di cartellonistica a Torino.
La scoperta della scultura per questa personalità complessa e abbastanza imprevedibile, è almeno in parte, casuale. Dopo essere stato pubblicitario, disegnatore di cartoons, anche imbianchino, si trova un giorno in mano un pezzo di legno cirmolo e scolpisce le prime figure. Poi tenta piccole fusioni in bronzo e modellini in creta. Sono anni di formazione, in cui si interessa del lavoro dei maestri veronesi ma, come lui dice, un pò da lontano, anche se la traccia che rimane è persistente, in particolare a livello di tecniche di lavoro.
E la scultura, soprattutto la scultura che rielabora e reinventa, come la creazione di Sirolla, le linee portanti della grande tradizione del passato, tutt'ora la produzione artistica, in cui tecnica e lavoro di invenzione sono più strettamente legate.
La sua presenza, presso studi di artisti scultori, fra i quali Gino Bogoni, la frequentazione con gli artigiani della pietra (Pachera), gli scalpellini di Domegliara, e il progressivo allontanamento della pittura figurativa, lo hanno spinto ad accostarsi alla creazione di forme in altorilievo a tuttotondo. Le sue tecniche di sculture sono state apprezzate da artisti, critici e giornalisti ma, soprattutto, dalle fonderie che gli hanno commissionato l'ingrandimento di sculture di grandi maestri contemporanei come Salvador Dalì, Strabelle e D'Amelio.
Le opere personali di Carlo Sirolla sono state esposte al Castello di Wolsberg (Austria) e a Verona ed hanno espresso il meglio di una produzione compresa ed apprezzata dal pubblico e dalla critica. Di una particolare scioltezza immaginativa ed ironica i suoi allestimenti presso il "Bengodi" di Bussolengo e di alcune tipiche osterie veronesi.